Il Borgo
Percorso ad anello attraverso la zona più recente del paese, lungo via Barberis Colomba fino al corso centrale ricco di attività commerciali.
Si parte dalla centrale piazza Garibaldi a fianco alla strada Provinciale, in particolare dall’opera “Liguria Agreste” del maestro Sergio Unia, raffigurante una donna svesita e una capra al suo fianco, e si segue la rampa da cui inizia via Barberis Colomba passando sotto maestose volte.
Proseguendo si arriva all’oratorio di San Sebastiano all’interno del quale si può ammirare una pregevole scultura lignea attribuita al Maragliano, particolarmente legato alle tradizioni del paese. La chiesa è infatti sede di una Confraternita che celebra il martirio del Santo la domenica più vicina al 20 gennaio mediante una solenne processione, con trasporto di un grande albero di alloro ornato di ostie variopinte, simbolo dell’abbondanza e dei raccolti agricoli, evidente retaggio di una cerimonia pagana legata al ciclo della morte e della resurrezione della vegetazione.
Poco distante dall’oratorio, sempre camminando lungo via Barberis Colomba, la piccola chiesa di San Michele (privata), incastonata tra le abitazioni in pietra.
Giunti nella piazzetta della “Fravega“, una delle tre aree dedicate ai tradizionali fuochi di Natale, si scende verso destra in via Dante: qui si può notare la targa posta in occasione del 150° anniversario d’Italia dedicata a Gerolamo Novaro, padre di Michele Novaro che musicò il “Canto degli Italiani” di Goffredo Mameli oggi più comunemente chiamato “Fratelli d’Italia”. Gerolamo infatti abitò per diversi anni a Dolceacqua prima di trasferirsi a Genova dove nacque il figlio.
Prima di arrivare sul corso principale del paese, ricco di attività commerciali, va ricordato che l’area circostante un tempo ospitava il verziere dei Doria, un giardino riservato ai nobili, di cui oggi rimangono alcune testimonianze segrete, in un magazzino a pochi metri da questa posizione, svelate in questo video: