EVENTI

Giuseppe Fabris – UROBORO (speculare)

29 e 30 ottobre

DOLCEACQUA ARTE CONTEMPORANEA dalle h.15:30 alle 18:30
Inizio performance h. 16:30

L’ABELLIO, Un posto meraviglioso delle alpi ligure, tra val Roja e val Nervia, da (ri)scoprire,

UN BUNKER e un ospite, artista e curatore di fama internazionale, Tilman Hoepfl, da ringraziare

UN ARTISTA, Giuseppe Fabris, invitato par una performance sorprendente, che intreccia suoni, silenzi e immagini, da non perdere
“Settembre 2022 è stata la prima volta che entravo in un Bunker. La prima cosa che ho notato in questo luogo è che la sua segretezza e misteriosità, viene completamente annullata una volta abitato il suo spazio.
Il suono amplificato e quasi dirompente che crea ogni minimo movimento mi ha fatto ricordare la navata centrale di una cattedrale.
Quindi il primo binomio speculare creato, una volta riflettuto al possibile testo che accompagna la performance è il suono ed il suo ritorno, l’eco e il suo doppio, il suo altro da sé. Quindi adottato il procedimento speculare ho voluto replicare sia le proprie vestige del luogo che la stessa planimetria della struttura con una collana di quotidiani degli anni ’30 e ’40. Quindi la performance si svolge all’interno di un luogo “altro” dentro il luogo stesso, questa specularità diventa qui un segno di una conseguenza di avvenimenti o perché no anche di una scelta di vita, diventa qui dimora improvvisata, nomade ed effimera. L’ultimo processo speculare riguarda la presenza dell’assenza, l’invisibile, l’intimo che si amplifica e diventa pubblico sottraendosi però all’impudico compiacimento dello “spettacolo”. In questa `mise en abyme’ reiterata, l’eterea liberazione della memoria è il suono. In fisica un suono si espande nell’atmosfera creando altre note diverse dalla nota d’inizio, sono chiamate sovrastrutture, questa alchemica e magica trasformazione da’ vita alla madre di tutta la musica, l’Armonia. Una memoria documentata dalla memoria, una “mise en abyme” del rifugio nel rifugio.
Quindi il corpo. Protetto? Nascosto?
Il corpo e la sua presenza nell’assenza si manifesta tramite la sola traccia possibile, il suo fremito.
Vibrazione edotta si tramuta in suono dal quale non ci si può sottrarre, la sua inconsistenza il trasporto verso l’evanescente.”
Giuseppe Fabris

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